15 nov 2013

GURU MODERNI .... ?

LETTERA DI UNA RAGAZZA

Lettera scritta da una delle ragazze coinvolte all'epoca, nel CSA .

Ecco il testo integrale, prelevato da questoSITO WEB:

Lettera di E. - Novembre 2006 Arrivai al CSA una sera d'ottobre (2004); avevo 15 anni e, avvolta in un grande maglione, nascondevo il mio viso che piano piano perdeva le fattezze dell'infanzia ma ancora lasciava trasparire la purezza di una bambina che muoveva i suoi primì passi alla ricerca di risposte. Quale luogo migliore per una bambina sognatrice? Alla percezione visiva solo abbracci, carezze, parole d'amore... anzi, sembrava che vivesse solo l'amore in quel luogo, tra quelle persone. Continuai ad andare alle riunioni; era bello cullarsi in ideali universali, davano certezze e risposte. Così crescevo e senza accorgermene mettevo da parte la purezza di quella bambina ma non la sua ingenuità. La prima volta che vidi Massimo lui venne subito da me, chiedendomi un incontro durante il quale stabilì che ero una ragazza indaco. Lo trovai un termine bizzarro, a cui spesso cercavo di attribuire un significato. Forse voleva dire essere un po' speciali... ma perché c'era bisogno di avere un nome? Che cosa faceva una ragazza indaco? Perché era diversa dalle altre? Ai miei occhi ogni essere era un po' speciale, ciascuno a modo suo, e comunque vedevo sempre la luce in ognuno Massimo radunò tutti coloro che considerava ragazzi indaco in una riunione a Ghiggerì (estate 2005). Era così emozionante trovarsi tra tanti sguardi nuovi, non importava sapere lo scopo di quell'incontro: avevamo fede. Cominciammo a trovare nel nome "ragazzi indaco" rifugio dai nostri piccoli ostacoli quotidiani, come il sentirsi incompresi od esclusi, la difficoltànel comunicare, giustificandoli con il fatto che noi eravamo speciali e la società non era in grado di comprendere. Così volevamo portare un messaggio nuovo al mondo vivendo fuori dal mondo. Senza che ce ne accorgessimo lo sguardo limpido che ci aveva uniti nei primi istanti del nostro incontro andò sporcandosi con il trascorrere del tempo, poiché si creò uno standard secondo il quale comportarsi, uno standard anche nel guardarsi. Dovevamo lasciar trasparire solo amore perché noi eravamo l'amore. Intanto ci dimenticavano che l'amore vero non è una costruzione che si esprime attraverso schemi ed esempi. Un Anno dopo all'età di 16 anni ebbi il mio primo rapporto sessuale con il ragazzo di cui ero innamorata. Sentivo di avere compiuto un grande passo verso la femminilità, verso il diventare donna. Massimo se ne accorse istantaneamente e da quel momento anche il mio corpo fu violato. Che cosa doveva diventare una ragazza indaco? Una sacerdotessa Che cosa è una sacerdotessa? Colei che usa la sua sensualità come strumento di guarigione. Attraverso quale mezzo? Il suo corpo. Il corpo doveva essere donato per portare alla guarigione e risvegliare l'anima degli uomini. Massimo mi avrebbe iniziata a questo compito, avrebbe affrontato insieme a me i miei problemi sessuali, che diceva di vedere chiaramente, mi avrebbe guidata verso l'amore incondizionato. Ma tutto questo presupponeva il contatto diretto con il mio corpo. Il rifiuto per una sacerdotessa non esisteva, perché amava tutti incondizionatamente e la sua gioia stava nel donarsi. Non importava che cosa le trasmettesse la persona con cui faceva l'amore il suo corpo oltre alla sua bellezza interiore era di tutti e soprattutto di Massimo. Così cominciarono le richieste di spogliarsi, di lasciarsi toccare nelle parti intime. Quando si trovava di fronte al mio rifiuto, Massimo mi incoraggiava assicurandomi che mi avrebbe portata verso la strada della luce, dicendo che non potevo rifiutarmi che dovevo imparare a donarmi incondizionatamente ed ignorando il mio malessere che si esprimeva anche fisicamente con una notevole rigidità. Per assolvere al mio compito non trovai altra via che cancellare ogni tipo di emozione. Riuscii per un certo periodo a rifiutare l'atto sessuale vero e proprio, che con lui sentivo "sporco" e mi faceva ribrezzo, adducendo tremolanti scuse, finché un giorno, vinta dalle continue insistenze, cedetti. Massimo fu creatore, spettatore e partecipe di incontri intimi ed effusioni erotiche tra tre ragazze (due delle quali minorenni) me, V. e V, che si volevano bene come tre amiche, senza desiderio. Invece fummo indotte a questo genere di incontri perché anche questo faceva parte della nostra lezione. Insieme al rapporto con la mia intimità scomparvero il mio ciclo mestruale e kili di peso, ma tanto ero vittima di quella trappola da non interpretate questi fenomeni come un segnale di grave malessere. Dopo quattro mesi caratterizzati abbastanza frequentemente da questo tipo di episodi un giorno mi guardai allo specchio. Il mio viso era pallido e smunto, il mio colore sembrava appassito. Mi domandai: "Dove è E.? Dove sta andando? Quale strada ha imboccato? E le sue gote colorite, perché sono svanite? Insieme a loro ho lasciato portare via la mia purezza e la mia naturalezza' ... la purezza di quella bambina sognatrice era svanita ... Decisi che doveva avere tutto una fine. Così è stato. Continuai con apparente scioltezza la mia vita, senza avere il coraggio di domandarmi che cosa tutto ciò avesse comportato in me. Lo nascosi come un umiliante segreto anche a me stessa, dimenticando. Ricordai e ne parlai solo nove mesi dopo. Il mio ciclo tornò, ripresi ad alimentarmi normalmente, insomma smisi di negare e di nascondere il mio essere donna e cominciò la guarigione. Ho scritto frammenti della mia storia non come accusatrice, non come giudice, ma semplicemente come messaggero, con l'augurio che queste parole possano essere strumento anche della vostra guarigione e possano aiutarvi ad individuare e seguire la VOSTRA strada, la VOSTRA verità. Sto camminando verso un nuovo orizzonte e dedicando la mia energia a bambini che con semplicità e purezza cercano e trovano il loro modo di comunicare con i cavalli. Tutto il mio essere è con loro. Invito ognuno di voi a venirci a trovare e, se vuole, ad apportare la sua scintilla per contribuire a creare... le porte sono aperte a tutti. Buon cammino anche a voi. Con tutto il mio cuore. E.