“Nessun fondo per start up, dobbiamo ringraziare le nostre famiglie e i nostri sforzi”. Antonella Bellina racconta sua impresa , la voglia (e il gusto) di farcela.
Avete mai pensato di potervi vestire totalmente di latte?
“L’utilizzo della sua fibra in ambito tessile risale al periodo autarchico, intorno agli anni ’30, noi ci siamo ‘limitate’ a reinterpretare la materia dandole un tocco più contemporaneo” spiega Antonella Bellina, ideatrice con Elisa Volpi di “DueDiLatte“.La principale novità consiste nel totale utilizzo della fibra di latte nella realizzazione dei prodotti: che sia intero, di riso o parzialmente scremato non ha importanza. Può essere indossato. Recuperando gli scarti del latte sulla scia della tradizione toscana, nel 2013 nasce questo brand, lo scopo è quello di creare un prodotto innovativo da nuovi tipi di lavorazioni. “Il ‘matrimonio’ con Elisa- racconta Antonella- è nato praticamente in contemporanea allo sviluppo del progetto. Ci siamo conosciute in ambito lavorativo, dove ci occupavamo rispettivamente dello stile e del marketing. Personalmente ho sempre seguito la ricerca e lo sviluppo di materie prime particolari e conoscevo la fibra di latte già da qualche tempo, ma è stato solo con l’unione dei nostri know-how che il progetto DueDiLatte ha preso vita.”
“Chi è stato il primo a credere nel vostro progetto? Avete partecipato a dei bandi per start up?” chiedo.
“Le nostre rispettive famiglie. Non abbiamo ricevuto alcun tipo di agevolazione, aiuti, finanziamenti alle start up (di cui tanto si sente parlare ma che nessuno ha mai visto). Fortunatamente abbiamo allacciato importanti collaborazioni con figure professionali che ci hanno aiutato allo sviluppo delle nostre attività, come per esempio Francesco Corsentino, web developer & strategist: grazie a lui DueDiLatte ha un’identità multimediale. Inoltre, abbiamo trovato fornitori toscani che, nonostante la nostra sia una piccola realtà, hanno creduto nel progetto con professionalità seguendolo nelle sue varie fasi di sviluppo.”
Sulla base della vostra esperienza, cosa consiglieresti a un giovane che avesse l’intenzione di dare vita al proprio progetto in un periodo storico non proprio “facile”?
“Partire completamente da zero non è semplice, noi abbiamo avuto il sostegno delle nostre famiglie, senza le quali non avremmo potuto avere una linea di credito bancario. Mi sento comunque di non scoraggiare chi vuol realizzare un sogno, ma certamente bisogna avere le idee ben chiare, i piedi ben piantati in terra, valutando tutti i rischi e soprattutto tanta voglia di lavorare.”
A Pitti Uomo, quest’anno, diversi buyer hanno apprezzato il vostro lavoro. Come si ripercuote la crisi nostrana sulla vostra attività? Riuscite ad avere anche un mercato interno o vi limitate all’estero?
“La scelta dei buyer esteri è stata quasi naturale, in quanto proponiamo un prodotto con un valore intrinseco qualitativo (per il tessuto e la lavorazione) alto. Questo al di là dei confini nazionali viene percepito immediatamente, valorizzato e premiato. DueDiLatte viene attualmente distribuito in Giappone, Canada, Cina e Russia in department store di pregio. In Italia si incontrano maggiori difficoltà, da un lato per la situazione economica attuale, dall’altro per l’incertezza della solvibilità dei commercianti e per un difficile recupero del credito. La nostra è una piccola realtà imprenditoriale che non può permettersi di anticipare ingenti capitali per sostenere e consegnare produzioni senza la certezza del pagamento e dunque, anche se a malincuore, la selezione è stata abbastanza naturale. In ogni caso, alcune boutique a Milano, Messina e Roma, così come in Toscana- a Pontedera e Pisa per la precisione- hanno creduto in noi acquistando i nostri prodotti. Pochi giorni fa abbiamo partecipato al “Green Tech Festival” di Pisa, speriamo di aver contribuito apportando una nuova concezione di moda, legata allo stile ma anche alla qualità” afferma Antonella. Inoltre, ci tiene a sottolineare che il 100% della lavorazione avviene in Toscana: “dall’ispirazione fino al raggiungimento del prodotto finale” .
Avete recentemente iniziato a vendere i vostri vestiti in uno store online: quale apporto pensi possa dare l’e-commerce alla vostra attività?
“L’e-commerce nasce da una delle collaborazioni di cui ho parlato precedentemente. Francesco Giacomelli – che si occupa della vendita di brand emergenti in Internet- ha sposato la filosofia DueDiLatte ponendo sotto i riflettori le nostre magliette. Lo store www.vanitydream.com è uno dei nostri clienti, con l’unica differenza che questo è una “vetrina sul mondo”. Entrambe crediamo molto nell’e-commerce e, in generale. in tutte le nuove forme di comunicazione multimediale.”
tratto dal seguente link:
PRONEWS